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Le Meridiane e gli Orologi

La misura del tempo trova a Mesma interessanti strumenti antichi.

Nel chiostro settentrionale, sulla parete rivolta a sud, sopra gli archi del porticato, esistono tre quadranti solari tondeggianti, sovrapposti da altri tre quadrangolari.

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Nel chiostro meridionale una scritta sembra testimoniare la presenza di un altro quadrante, oggi coperto da un dipinto. Sulla parete posta a sud ci sono i deboli segni di un ulteriore quadrante. 

Nel medesimo chiostro, volto a settentrione, compare un prezioso orologio rococò, decorato con rami e fiori, opera attribuibile al valsesiano Orgiazzi il Vecchio. 

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Tra i frati di Mesma esistevano abili costruttori di orologi a pendolo. Molto noto fu Pietro Filiberti d’Ameno, che allestì un pendolo, non più esistente, complicatissimo. Era composto da settemila pezzi, quasi tutti di ottone e di bronzo, lavorati in modo da essere smontati e riassemblati senza errore, dato che ogni pezzo si adattava solo a un altro. Il Filiberti scrisse un libretto di istruzioni per montare e smontare l’orologio.  Il marchingegno segnava le ore babiloniche, astronomiche e italiane su di un quadrante fatto di lastre argentate e dorate; indicava inoltre il giro del sole sull’orizzonte, il mezzogiorno, la mezzanotte, le fasi e i giorni della luna, quelli della settimana e del mese, gli equinozi e i solstizi, i segni zodiacali  e il giro annuo della sfera armillare. Le ore e i quarti battevano su tre diverse campane a concerto, e tra il battere e ribattere di ogni ora un organo automatico faceva sentire, a scelta,  una delle venti sonate contenute, dieci a voce umana e dieci a suono di piccolo flauto a becco. A guisa di direttore d’orchestra era posto un automa in bronzo, con girando la testa e muovendo le mani dava il cenno allo scoccare delle ore e dei quarti, accompagnati dalla battere la musica. 

Durante il periodo della soppressione l’orologio fu trasferito al Brera a Milano; attualmente non se ne hanno più notizie.

Da ricordare anche, primo Settecento, padre Giovanni Mazza, valente costruttore di orologi, ne allestì uno grande posto sul portico esterno affacciato al sagrato.

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